Le città italiane sono bellissime perché quasi tutte sono state delle capitali. Città stato all’epoca etrusca e greca e di nuovo città stato, cioè comuni, dopo lo sfacelo dell’impero romano. Comunità politiche e morali formate da gente forte e orgogliosa della sua città che doveva essere la più bella. I comuni ci hanno lasciato le stupende cattedrali e i palazzi della ragione. Poi sono venute le signorie, in cui i principi gareggiavano costruendo bellissimi palazzi e incantevoli chiese, infine le monarchie con le loro sontuose regge come Venaria e Caserta.Il bello è sempre nato nell’incontro fra la visione del mondo, l’orgoglio di appartenenza, il desiderio di lasciare un messaggio al futuro e il potere di farlo. Una combinazione che c’è stata nell’impero romano, nelle repubbliche comunali, a Venezia, a Firenze, nel papato.
E il brutto, quando appare? Il brutto fa la sua comparsa quando non c’è una visione del mondo, non c’è un ideale condiviso, la volontà di affermarsi, di eccellere e manca una organizzazione politica capace di prendere decisioni. Cioè quando la società è divisa e ciascuno agisce in modo egoistico, mosso solo dall’utile personale o dall’utile politico. L’Italia negli ultimi decenni ha sprecato montagne di denaro ed ha accumulato un enorme debito pubblico senza costruire nulla di grandioso e di bello, senza rifare i suoi i porti, la sua rete autostradale e ferroviaria, le sue università, senza nemmeno conservare e restaurare i sui monumenti. Ed oggi, nel mezzo di una crisi terribile, politici e burocrati lasciano crollare anche le istituzioni più preziose.
Chi può agire allora? Restano solo i singoli cittadini che devono fare ogni sforzo per salvare, costruire, conservare, restaurare ciò che è bello. Ciascuno nel suo ambiente, in base al lavoro che fa. Mi vengono in mente gli abitanti di Vernazza e delle Cinque Terre che, dopo l’alluvione, in poco tempo hanno pulito le loro strade, ricostruito e ridipinto le loro case e sono pronti per la stagione turistica. Non sono rimasti inerti fra le macerie aspettando che gli facesse tutto lo Stato. Si sono comportati come i cittadini dei comuni medioevali quando tutti davano il loro contributo per rendere grande la cità, più bella la cattedrale, mentre gli artigiani miglioravano i loro prodotti e i commerciati li portavano in tutta e Europa e in tutto il Mediterraneo.