Negli anni ’60-70 molti studiosi si sono posti il problema della nascita dell’ordine dal disordine.
Il più famoso, premiato anche con il Nobel, e stato Ilya Prigogine. Si è visto che, se in un sistema vivente aumenta progressivamente il disordine (l’entropia) quando questa raggiunge una certa soglia critica, improvvisamente diminuisce, crolla, e il sistema rinasce, si ristruttura in modo più stabile.
Io l’ho studiato nel campo sociologico: ho osservato centinaia di casi in cui crescevano disordine, violenza, smarrimento e, sul piano politico, incapacità di decidere fino al caos totale. Poi, improvvisamente si mettevano in moto dei movimenti collettivi, religiosi, politici o di opinione, che ricostituivano l’ordine e l’autorità, ma in una forma diversa dalla precedente.
Qualche volta questo è avvenuto in modo violento e terribile. Lo stato di disordine, di anarchia e di violenza che è seguito alla prima guerra mondiale ha generato partiti totalitari e dittatori come Stalin, Hitler e Mussolini. Ma in altri casi no. Gli Stati Uniti sono usciti dalla grave crisi del 1929 con Delano Roosevelt e la Francia si è salvata dalla guerra civile col generale De Gaulle che ha creato una buona costituzione. Anche in Italia negli ultimi anni cresceva il disordine e io ho scritto diversi articoli in cui dicevo che, dopo un periodo di lotta caotica, sarebbe uscita una nuova leadership e gli attuali protagonisti avrebbero perso rilevanza. Ma non vedevo sorgere importanti movimenti collettivi e nuovi potenziali capi carismatici. Vendola e Renzi non erano certo all’altezza.
Poi mi sono accorto che aumentava rapidamente il credito, l’autorevolezza e la fiducia nel presidente della Repubblica Giorgio Napolitano finché, alla fine, era diventato l’unico punto di riferimento positivo tanto per i politici quanto per i cittadini, quindi un vero capo carismatico. Noi immaginiamo i capi carismatici come dei tribuni urlanti. Non è così. La storia ci ricorda grandi capi come Pericle, Augusto, Adriano, Lorenzo il Magnifico e lo stesso De Gaulle, sobri nelle parole e misurati nei gesti.
Il presidente Napolitano ha espresso un governo in cui tutti i ministri sono professori universitari, persone di altissimo sapere. Ha creato così uno choc in un paese che aveva dimenticato che ci può anche essere una classe politica colta, perché vedeva solo personaggi televisivi, comici, e politici che si insultano nei talk show.