L’Italia ha oggi gli stessi problemi che aveva la Francia prima del 1958. Anche da loro infatti c’era un sistema parlamentare in cui il governo, per qualsiasi decisione, doveva ottenere il voto della Camera e del Senato. Anche da loro qualsiasi proposta del governo scontentava l’uno o l’altro partito, l’uno o l’altro gruppo di interesse, per cui si succedevano governi di breve durata e totalmente impotenti. Dopo la terribile sconfitta in Indocina, scoppiò la guerra in Algeria dove, ad un certo punto, i coloni francesi, esasperati, si ribellarono. Il pericolo della guerra civile spinse il Parlamento a chiamare il generale De Gaulle, che si era ritirato in campagna, e gli conferì il potere di varare una nuova Costituzione. De Gaulle stese la Costituzione, che funziona ancora oggi, nella quale il presidente viene eletto direttamente dal popolo e prende le decisioni di sua competenza senza dipendere ogni volta dai capricci, dai ricatti, dai veti dei gruppi parlamentari. La democrazia funziona solo se ci sono tre poteri distinti. Quello legislativo, quello giudiziario e quello esecutivo. Come in Francia prima del 1958, noi in Italia abbiamo solo il potere legislativo e quello giudiziario. Non c’è l’esecutivo. Il governo da solo non può decidere niente, è in balia di tutti e sempre sul punto di essere spazzato via. La maggioranza dei nostri problemi è la conseguenza di questa paralisi. Per poterci riprendere dobbiamo fare due riforme indispensabili. La prima è introdurre di nuovo il sistema uninominale per cui la gente sceglie i suoi rappresentanti. La seconda è far eleggere il presidente del Consiglio direttamente dal popolo con un ballottaggio. Sarà lui a scegliersi i ministri come fa il presidente francese, come fa quello americano. Una riforma impossibile? No, facilissima, l’abbiamo già fatta per il sindaco. Perché allora nessuno la propone e nei mille dibattiti televisivi non si è mai, assolutamente mai, discusso questo problema? Perché tutti i deputati, i senatori, tutti i partiti, i partitini, tutte le correnti, tutte le lobbies perderebbero il potere di veto e di ricatto che oggi hanno. E nessuno, assolutamente nessuno, ci vuole rinunciare.