Quando esplode un movimento di rivolta? Quando la società e i modi di pensare della gente sono cambiati, ma le istituzioni e la classe politica sono rimaste le stesse. Nel 1500 c’era stato il Rinascimento, la scoperta dell’America, si erano formati gli stati nazionali, Spagna, Francia, ma erano rimaste le istituzioni medievali. Allora è esplosa la Riforma protestante di Lutero e di Calvino. Recentemente nei paesi arabi la società si è modernizzata, ed è esplosa la Primavera araba. Anche l’Italia era matura per un movimento riformatore perchè è un Paese moderno, ma ha ancora istituzioni medievali e una classe politica e sindacale rozza e ignorante. La tensione popolare si esprime in disgusto, in movimenti collerici come quello di Grillo, ma non è esplosa in rivolta perchè è è stato iniziato un movimento riformatore dall’alto un pò come a suo tempo hanno fatto Richelieu, Mazarino, il marchese di Pombal in Portogallo, Bismark, e De Gaulle. A metterlo in moto è stato il Presidente della Repubblica, un uomo di 86 anni, che ha fatto un proprio governo (Il governo Monti è il governo del presidente) che governa con decreti legge e voti di fiducia. Napolitano e Monti hanno dovuto ricorrere a questo stratagemma perchè la nostra Costituzione, a causa della guerra fredda, non prevede alcun potere dell’esecutivo e lo lascia caoticamente in mano ai partiti, ai sindacati, alla magistratura, alle associazioni di interesse. Cosi lo Stato italiano funziona malissimo. Ma, arrivati al punto di rottura, vi abbiamo posto rimedio con un’invenzione tutta italiana: un parlamento che sta fermo e un presidente della repubblica e un presidente del consiglio che fanno tutto. Però provvisoria, di cui parlare solo sottovoce.
Purtroppo il presidente della repubblica sta per scadere e non si intravvede all’orizzonte un altro presidente della sua altezza morale e politica. Alla ribalta delle prossime elezioni si affollano vecchi politici bramosi di riprendersi il potere e che sembrano avere come unico progetto quello di scannarsi a vicenda. Perciò io mi auguro che venga rinnovato l’incarico tanto al presidente che al primo ministro. Dopo due, tre anni potranno ritirarsi, perchè ai ritmi attuali il lavoro essenziale l’avranno fatto.