Noi immaginiamo che la storia si svolga lentamente, che le grandi trasformazioni maturino gradualmente. Lo sviluppo dell’Impero Romano e dell’impero Inglese hanno richiesto secoli. A volte invece i cambiamenti sono rivoluzionari come è avvenuto con l‘avvento dell’Islam o la rivoluzione Francese. E ci sono cambiamenti ancora più profondi che avvengono in tempi brevissimi senza quasi che la gente se ne accorga. Come quello in atto oggi. Ricordiamo che è stata l’Europa a creare, nel corso dei secoli, il mondo moderno. Quasi tutti gli altri paesi erano rimasti immobili e solo tardi, timidamente, hanno incominciato ad usare la scienza e la tecnologia occidentale,. Poi, nel giro di pochi anni, se ne sono impadroniti di colpo, con voracità, e l’hanno sfruttata senza freni. Oggi questi paesi (India, Cina etc) stanno creando una modernità di tipo nuovo, che nasce direttamente dalla tecnologia e non, come è avvenuto in Europa, lentamente, dal pensiero, dai sentimenti, dai sogni, dalle emozioni dell’uomo. Per questo di fronte ai paradisi residenziali di Dubai, alla selva di grattacieli di Shangai, alle fabbriche sterminate, abbiamo l’impressione di una modernità senz’anima. E apprezziamo sempre di più ciò che è cresciuto in modo organico: il borgo medioevale, la villa settecentesca nel suo parco, l’edificio degli anni trenta, la casetta su un prato dove passa un ruscello di acqua limpida. Bellezze del passato, bellezze naturali che esisteranno nel futuro solo se riusciremo a conservarle difendendole dal degrado e dalla modernità selvaggia, quindi usando tecnologie appropriate come il restauro, le energie rinnovabili, i termovalorizzatori. In Europa non possiamo seguire il modello di sviluppo del giganti asiatici, dobbiamo creare, inventare ciò che si armonizza con le nostre tradizioni. Quindi prodotti nuovi ma raffinati, esclusivi, e soprattutto un elevato modo di vita: la citta disinquinata, l’uso moderno degli antichi edifici. Rinunciando ai simboli di una modernità che non è mai stata nostra, come l’architettura verticale che infatti da noi cresce senza radici e senza anima.