Noi tutti abbiamo bisogno di essere apprezzati, ma non possiamo darci valore da soli. Non possiamo dirci da soli “sei bravo”. Abbiamo bisogno che ce lo dicano gli altri. Fin da bambini desideriamo essere amati, elogiati dagli insegnanti, dagli amici, dai genitori. In seguito vogliamo anche essere conosciuti ed ammirati dai membri della comunità in cui viviamo. E poiché oggi viviamo in una comunità di milioni di persone vogliamo essere presenti sul web, arrivare in televisione.
Ma per emergere dobbiamo affrontare sempre la competizione. In un villaggio ci sono i pettegolezzi, i rancori personali, le invidie e le calunnie. Nelle imprese, soprattutto in quelle più grandi, c’è chi vuol fare carriera al tuo posto, quello a cui hai dato ombra, chi ti invidia. Nel campo della cultura e dello spettacolo dietro i baci e gli abbracci si nascondono lotte accanite. Ma, voi direte, ci sono anche delle persone che sono ammirate, elogiate da tutti, pensiamo ai grandi divi del cinema, della televisione, ai cantanti a certi scrittori. È vero, ma se osservate le cose più da vicino e studiate perché sono arrivate così in alto scoprite che, oltre la bravura, hanno avuto anche potenti sostegni economici o politici e, nello stesso tempo, hanno dovuto difendersi da duri attacchi. Il tuo credito, la stima di cui godi, la tua fama, la tua reputazione sono sempre il risultato dello scontro di forze favorevoli e di forze contrarie. È come una bilancia: su un piatto c’è l’appoggio dei tuoi amici e dei tuoi ammiratori, mentre sull’altro piatto c’è la derisione, la diffamazione dei tuoi avversari. La storia ci dice che anche i più grandi artisti, anche le persone più nobili e generose, perfino i più grandi geni dell’umanità durante la loro vita sono stati oggetto di ingiustizie, di violenze e di calunnie.
In un’epoca come la nostra in cui tutto è manipolato dalla pubblicità e dal marketing, la fama il successo di un artista, di uno scrittore, di un architetto, di un medico, perfino di uno scienziato spesso vengono create artificialmente e noi seguiamo le mode come un branco di pecore. Per questo io apprezzo molto i social web, facebook, twitter e i diversi blog perché finalmente consentono di dire la propria a milioni di persone che prima non avevano voce. Contano poco, ma abituano a pensare con la propria testa e ad esprimere il proprio parere e il proprio ragionamento. E più passa il tempo e più la loro importanza cresce.