Come sarà la terza repubblica verso cui stiamo andando? La prima questione è se sarà o non sarà bipolare, se ci saranno due schieramenti di cui uno governa e l’altro si prepara a governare se il primo scontenta gli elettori. Cioè il modello di democrazia che ci è stata insegnata dai paesi anglosassoni e che noi applichiamo a livello intermedio, comunale, provinciale, regionale, ma non abbiamo mai voluto a livello nazionale. Nella nostra costituzione è il parlamento che fa e disfa i governi mentre le elezioni vengono indette dal presidente della repubblica.
Nella prima repubblica, abbiamo avuto un bipolarismo prodotto dalla guerra fredda che Giancarlo Galli ha definito il bipartitismo imperfetto. Da un lato i partiti filoamericani con la Democrazia cristiana e dall’altra quelli filosovietici con il Partito comunista. I primi erano sempre al governo, gli altri mai. Ma esisteva un accordo consociativo per cui la maggior parte delle leggi venivano concordate in commissione.
Tutto è finito con la caduta del muro di Berlino. Quando stava prendendo il potere la sinistra, il movimento di Forza Italia ha vinto le elezioni dando origine ad un bipolarismo di schieramenti. Ma non è mai stato accettato fino in fondo, i singoli partiti hanno sempre impedito un governo forte. Potremmo chiamarlo bipolarismo abortito.
La terza repubblica nasce da un accordo, promosso dal presidente della repubblica, che unisce i tre maggiori partiti del centro e sospende il bipolarismo. Oggi ci sono molte forze che vorrebbero eliminarlo ritornando al proporzionale e al parlamentarismo assoluto della prima repubblica. Però non c’è più la divisione America-Russia e i grandi partiti, persa la base ideologica, tendono a frantumarsi. Sorgono invece dei gruppi politici riuniti attorno ad un leader, talvolta con dei legami di parentela per cui verrebbe da dire, seguendo Michel Maffesoli, che sono delle tribù.
Se dovesse prevalere questa tendenza la nostra terza repubblica assomiglierebbe moltissimo alla terza repubblica francese dove il centro era occupato da partiti e uomini politici che restavano sempre al potere facendo nuove alleanze e nuovi governi. Un sistema finito con la guerra civile, l’avvento di De Gaulle e la costituzione presidenziale. Ma da noi non c’è nessun De Gaulle, e i partiti- tribù produrrebbero solo governi fragili, incapaci di affrontare la terribile crisi che minaccia di distruggerci.