Cosa è meglio, fare progetti arditi e cercare di realizzarli rischiando l’insuccesso, oppure accontentarsi, rinunciare? È meglio provare violente emozioni rischiando il dolore o restare apatici? Accettare l’amore appassionato o non farci coinvolgere? Cercare la perfezione, nell’arte e nella scienza o adeguarci alla mediocrità? Io credo sia meglio la prima alternativa perche tutte le formazioni sociali, le civiltà, le religioni, nascono e si sviluppano spinti dalla fede e dalla passione. Solo dopo lo slancio decresce e si spegne. Il Cristianesimo delle origini aspettava fiducioso l’avvento del Regno ed era pronto al martirio. Quello maturo è diventato curiale e diplomatico. L’amore che esplode gioioso nell’innamoramento in seguito può addormentarsi nella convivenza quotidiana.
Ma è assolutamente certo che ogni cosa, dopo un inizio di impeto e di passione, finisce sempre nella passività e nella inerzia? No. Vi sono civilta, nazioni, religioni, partiti, imprese che non invecchiano, non si sclerotizzano ma, per moltissimo tempo, sprigionano una continua attività creativa. Pensiamo alla Civiltà greca e ai prodigi di sapere, di arte, di bellezza che ha saputo darci nel corso di mille anni e a quella romana che la lasciato la sua indelebile impronta ancora oggi. Pensiamo a religioni come il cristianesimo e l‘islam che durano da millenni, o anche ai partiti Repubblicano e Democratico che da secoli costituiscono i pilastri del sistema politico USA. Ci sono anche imprese che vivono e prosperano da oltre cento anni.
Che cosa dà loro tanta forza vitale, qual è il segreto della loro perenne giovinezza? La capacita di rinnovarsi continuamente, la capacita di ritrovare la fede, l’entusiasmo e la creativita delle origini. Quando mi dicono che una impresa è finita, che un imprenditore o uno scienziato sono spenti, io resto dubbioso perchè ho visto gente che ha saputo rinnovarsi e sprigionare una stupefacente energia creativa a qualsiasi età. Ho visto aziende rifiorire, ho visto imprenditori (e non solo Steve Jobs) cacciati dalla loro impresa ricomperarsela e portarla al trionfo. La storia ci mostra degli individui che sono stati geniali da giovani e geniali da vecchi come Michelangelo che a venti anni scolpiva la Pieta e a ottanta edificava la cupola di San Pietro. E sono convinto che queste potenzialità ci siano in tutti noi, e che si attivano se crediamo in noi stessi e ci gettiamo nel nuovo compito con tutta la nostra forza.